Povero Hahnemann!

hahnemann_3bisA distanza di più di duecento anni dalla formulazione della ‘Legge dei simili’ e dall’inizio della fondazione dell’Omeopatia l’accadimento dei fatti a cui assistiamo in questi giorni farà sicuramente rigirare il Dott. Hahnemann, il fondatore dell’Omeopatia, nella sua tomba al Père-Lachaise, il cimitero monumetale di Parigi dove riposa, e dove, si dice, che non manchino mai dei fiori freschi.
Hahnemann in vita si era battuto come un leone, subendone tutte le conseguenze, per far affermare una medicina intelligente ed a basso costo, che valorizzasse il medico e fosse senza effetti collaterali ed accessibile a tutti. La violenza a cui fu sottoposto Hahnemann ai suoi tempi si è moltiplicata per un fattore di mille e più al giorno d’oggi. Gli oppositori sono sempre gli stessi, coloro che vedono la medicina soprattutto come un affare, un lucro a tutti i costi, invece che un servizio da rendere all’umanità sofferente.
Con questo non vogliamo negare le conquiste della medicina cosiddetta scientifica, anzi. All’epoca di Hahnemann non era così ma oggi possiamo praticare un’omeopatia di qualità, fondandoci proprio sulla certezza che ci danno le basi scientifiche della pratica clinica. Ma l’omeopatia non è da meno. Di fronte al dilagare delle malattie croniche, all’alta percentuale delle malattie causate dalla cure sempre più aggressive e spesso inutili, l’omeopatia, nella medicina di famiglia, risplende per adeguatezza, efficacia e per il bassissimo costo.
Pochi sanno che l’Omeopatia si è diffusa in tutta Europa proprio dall’Italia, da Napoli. Quando l’Italia e Napoli erano il centro della cultura europea e tutti i più grandi intellettuali europei facevano carte false pur di fare il loro gran tour culturale in Italia. Ora in tutti i paesi dell’Unione si può praticare l’Omeopatia senza problemi ed acquistare questi semplici prodotti in ogni farmacia mentre noi siamo costretti ad acquistarli da loro via Internet. Un’assurdità che il grande degrado culturale e morale in cui è caduta negli ultimi anni questa nostra povera Italia, rende noi i barbari dei giorni nostri. Povero Hahanemann! Lui che parlava e scriveva in un’italiano perfetto e, come tutti i tedeschi, amava l’Italia e la sua cultura.

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