A proposito di medici e Omeopatia ecco cosa scriveva circa un secolo fa il Dr. Kent.
“… Ci vorrà molto tempo perché i medici riescano veramente a padroneggiare questa dottrina così come Hahnemann l’ha insegnata. … Era altrettanto raro anche ai tempi di Hahnemann, ed è sicuramente più raro ai nostri giorni che abbiamo a disposizione della voluminose Materie Mediche. I principianti, evidentemente, sono costretti a basarsi in gran misura sui repertori. L’unica cosa su cui ci si può basare, è la fisionomia morbosa del paziente, rappresentata dalla totalità dei suoi sintomi caratteristici e individuali. Questa fisionomia si semplifica e diventa meno difficile da capire quando si sarà prescritto con coscienza un rimedio seguendolo nello sviluppo delle varie dinamizzazioni.
Nei casi difficili, quando si è curato il paziente per un certo numero di anni, si scoprirà che i suoi sintomi diventano più definiti e caratteristici e di più facile comprensione. Talvolta, dopo aver pazientemente lavorato su un malato per un lungo periodo, somministrandolgi parecchi rimedi, e assistendo a un suo parziale miglioramento, mi capita che il paziente abbia una reazione di delusione e vada da un altro medico; ma poi torna sempre, dicendo che io ho fatto per lui più di quanto abbia fatto qualsiasi altro, e che vuole riprovare. In casi di questo genere ho scoperto che il tempo aveva lavorato a mio favore perché mi riusciva più facile scoprire i sintomi salutari e farli progredire rapidamente. Inoltre il malato torna in uno stato d’animo più paziente, cosa ancora più utile al medico che al malato. La fiducia del paziente aiuta il medico a trovare il rimedio giusto. La mente del medico funziona molto meglio quando sente la fiducia altrui: la fiducia del paziente affina l’intelligenza del medico”.
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