La vita si sa è un tentativo ben riuscito di mettere ordine alla materia informe. Ma non tutto è perfetto e l’organizzazione stessa della vita comporta in sè qualche elemento di distruzione. Se non fosse così saremmo eterni!
Tra le tante reazioni biochimiche che costituiscono e mantengono la fisiologia ce ne sono alcune che a sapere che oltre a farci vivere ci anche distruggono lascia un po’ perplessi. Per esempio la respirazione. Il fatto stesso di respirare oltre che darci vita ed energia ci distrugge anche. L’ossigeno è un elemento molto importante per la vita, lo sappiamo tutti, senza ossigeno non si vive. Eppure esitono delle specie parzialmente ‘modificate’ dell’ossigeno, formate nel normale metabolismo cellulare, che sono capaci di danneggiare o distruggere strutture cellulari molto importanti per la vita. Le specie dannose dell’ossigeno, che sono chiamate ROS (che significa Specie Reattive dell’Ossigeno), o più semplicemente radicali liberi, reagiscono con molte molecole come i lipidi delle mebrane cellulari, le proteine che costiuiscono la nostra fisiologia e anche il DNA delle cellule, danneggiandole. L’organismo umano che si è evoluto in molte migliaia di anni ha sempre saputo trarre vantaggio anche da situazioni svantaggiose così che è capace di usare questi radicali liberi per uccidere batteri patogeni. Questo è uno dei modi con cui alcuni globuli bianchi, i macrofagi, uccidono i batteri quando li hanno fagocitati per eliminarli.
Avremo occasione di parlare in dettaglio di questi argomenti, qui basta sapere che l’organismo nel corso della sua evoluzione ha prodotto anche meccanismi protettivi.
L’organismo si difende dai radicali liberi in due modi: Tramite l’azione di enzimi e tramite l’utilizzo di sostanze antiossidanti.
Gli enzimi sono vari, il più conosciuto è la SOD (SuperOssidoDesmudasi che vedete nella sua struttura tridimensionale nell’immagine qui a destra.): La SOD trasforma, dicendolo in maniera molto semplice, due molecole di radicali liberi in acqua ossigenata come quella che usiamo per disinfettare le ferite. L’acqua ossigenata viene trasformata da un altro enzima, la catalasi, in ossigeno nativo, che è un gas, e acqua. Questa reazione la vediamo quando mettiamo l’acqua ossigenata su di una ferita. La schiuma che vediamo è l’ossigino che si libera in questa reazione prodotta dalla catalasi che è presente praticamente in tutti i tessuti dell’organismo. Quell’ossigeno liberato è quello che ci disinfetta la ferita perchè uccide i batteri.
Le sostanze antiossidanti sono molto numerose e sono sia di origine interna che di origine esterna come alcune sostanze che noi introduciamo nell’organismo con l’alimentazione. Tra quelle di origine esterna ci sono alcune vitamine e alcuni metalli. Invece il sistema antiossidante interno dell’organismo è molto complesso e consiste di varie componenti intra e estracellulari. Tutte queste sostanze interne ed esterne all’organismo agiscono in sinergia per impedire la formazione delle specie reattive dell’ossigeno o per disattivare e distruggere quelle già formate, come i ROS di cui parlavamo prima.
Il sistema endogeno di antisossidanti è vasto ma incompleto per questo è necessario apportare dall’esterno, con gli alimenti, soprattutto di origine vegetale, gli spazzini (‘scavengers’) che prevengono la formazione o distruggono i radicali già formati. Gli spazzini più attivi sono la Vitamina C, la Vitamina E, ma esistono tanti altri prodotti vegetali che pur non essendo vitamine sono molto attivi. Tra questi ci sono i carotenoidi (il nome che richiama la carota gli fu dato perchè furono isolati inizialmente dalle carote) che sono molte migliaia, e di questi moltissimi hanno proprietà antiossidante. I flavonoidi e i fenoli presenti nella verdura fresca di tutti i tipi. La quercetina e le catechine contenute nel thè, nel vino, nelle mele e nelle cipolle. Il licopene, la luteina e la zeaxantina contenuti sopratutto nei pomodori freschi e negli spinaci. E molti molti altri. Una cosa sembra certa, che l’azione di queste sostanze di origine vegetale è legata alla varietà. Non bisogna assumere una sola sostanza, come quando per esempio si prendono le capsule di Vitamina E o C in farmacia, ma bisognerebbe assumere, come si fa in genere con la dieta, la più grande varietà possibile di cibi vegetali però non conservati molto a lungo in frigorifero (non più di 3-4 giorni).
Le molecole antiossidanti non sono uniformemente distribuite nell’organismo: nel plasma e nei fluidi biologici ce ne sono e sono molto più attive che nei tessuti.
Le conoscenze che sinteticamente abbiamo esposto fino qui, si sono ottenute negli ultimi 20-30 anni. Ma da migliaia di anni c’era chi, pur non sapendo o potendo spiegare così nel dettaglio queste cose, aveva già trovato dei rimedi efficacissimi. Stiamo parlando dei Vaidya della tradizione Ayurvedica. Quella dei Vaidya è una scienza empirica (legata all’esperienza cioè) che è capace di risolvere ogni problema che riguarda la manifestazione e al mantenimento della vita. Ayurveda d’altronde significa Scienza (Veda) della Vita (Ayu). Ebbene questi scenziati ‘ante litteram’ avevano sviluppato rimedi, chiamati rasayana, già tremila anni fa. Rasayana letteralmente significa ciò che dà l’eccellenza di Rasa. Rasa è il tessuto fondamentale da cui derivano tutti i tessuti del nostro organismo. Curando Rasa si cura tutta la fisiologia.
L’AMRIT KALASH rappresenta la massima espressione nel campo dei rasayana realizzata attraverso la Scienza medica ayurvedica dei vaidya indiani. Amrit Kalash letteralemente significa nettare dell’immortalità (Mrit significa morte, con la a privativa all’inizio significa senza morte, quindi immortale, Kalash significa nettare, ambrosia).
Quella che vediamo concretizzata in questa versione è la maggiore realizzazione pratica della ricetta originale del Caraka Samitha (si legge ciaraca samita), il libro che è la massima autorità di conoscenza in questo campo scritto circa 3500 anni fa e che non brilla certo per chiarezza (almeno per noi occidentali) nelle ricette che propone. Essa è stata realizzata sotto la guida di Maharishi Maesh Yogi (nella foto a destra) il più grande scenziato vedico dei nostri tempi che agli inizi degli anni ’80 guidò un gruppo di medici indiani nella realizzazione di questa impresa. La preparazione dell’Amrit Kalash comporta una lavorazione molto complessa e laboriosa, riducendo grandi quantità di vegetali, minerali e metalli nella ragione di 20Kg originali ad 1Kg che è il doppio della quantità di prodotto finale contenuta nel barattolo di vetro della foto all’inzio dell’articolo. Anche per questo il costo del prodotto finale non è proprio così a ‘buon mercato’.
Sono stati fatti numerosi lavori scientifici secondo il metodo occidentale sull’AMRIT KALASH ottenendo grandi risultati. Quello che è uno dei più importandi, restando nell’ottica antiossidante, è che l’AMRIT KALASH ha un’azione antiossidante mille volte più potente del più grande ossidante chimico conoscuto in occidente, il probucolo.
L’Ayurveda dice che dopo i 40 anni tutti dovrebbero prendere giornalmente e per sempre un qualche rasayana. L’AMRIT KALASH è ottima per questo, ne andrebbe preso un cucchiaino da thè una o due volte al giorno.
Ma le indicazioni all’uso dell’AMRIT KALASH non si fermano all’azione antiossidante e anti invecchiamento. Possiamo dire che essa è un ‘nutrimento speciale’ e quindi è molto utile come ricostituente nei bambini, tutti ma in particolar modo quelli che sono costretti a prendere spesso antibiotici o altri farmaci, e nei malati specie in quelli che stanno assumendo grandi quantità di farmaci come, ad esempio, nella chemioterapia. Essa è molto utile anche per gli sportivi o per chi fa un’attività fisica molto sostenuta, come chi corre tutti i giorni o va spesso in palestra. Come dicevamo più sopra l’attività respiratoria e metabolica è essa stessa produttrice di radicali liberi e chi corre usa la respirazione e il metabolismo in maniera molto spinta, la qual cosa pur essendo molto utile per gli effetti benefici indotti dal movimento espone la fisiologia ad uno stress biochimico importante.
L’AMRIT KALASH essendo un nettare è di gusto dolce perchè tra i suoi componenti è previsto lo zucchero di canna integrale. Coloro che hanno problemi di diabete, di peso o, più in generale, di sindrome metabolica possono usare una varietà del prodotto senza zucchero che conserva però intatta l’attività protettiva come quella del prodotto originale.
E’ possibile acquistare on line l’AMRIT KALASH: cliccate qui per avere maggiori informazioni.