I tempi sono cambiati e l’idea che prevale nelle persone quando si ammalano è che si è incappati in una scocciatura e quindi bisogna fare di tutto per uscirne il prima possibile.
Così si fa di tutto e si prende di tutto, l’importante è non avere rapidamente sintomi di nessun tipo.
Ammalarsi è la sconfitta della nostra fisiologia, noi non siamo fatti per ammalarci. Se ci ammaliamo significa che in qualche maniera abbiamo violato la legge naturale che ci mantiene in vita e in salute. Gli animali non riescono a violare la legge naturale perché sono fortemente condizionati dall’istinto, noi umani invece possiamo decidere cosa fare durante una malattia, e sempre più spesso lo facciamo, sbagliando nella stragrande maggioranza dei casi.
Una volta ci salvava la tradizione e il bisogno, non bisogna andare tanto indietro, bastano 50-60 anni, la gente si ammalava di meno e quando si ammalava ci stava attento.
Nessuno ha desiderio di tornare indietro, pensate che nel dopo guerra ammalarsi di una polmonite seria significava rischiare di lasciarci le penne in più o meno il 50% dei casi. Fortunatamente oggi non è più così, grazie agli antibiotici e altri presidi terapeutici e diagnostici.
Piano piano però si è avvenuta affermando l’idea che possiamo fare quello che ci pare quando ci pare e anche una banale influenza è diventata una insopportabile scocciatura.
Se questa idea non è accettabile quando riguarda gli adulti, allorché si tratta dei bambini diventa stupido e pericoloso. Mantenere un bimbo in salute non significa che alla prima linea di febbre questa va soppressa e se per caso ricompare il giorno dopo subito si ricorre all’antibiotico. Il fatto è che con questo uso insensato degli antibiotici si stanno sviluppando sempre di più batteri resistenti ad uno o a parecchi antibiotici. Ormai tutte le più importanti società mediche di pediatria raccomandano di evitare il più possibile gli antibiotici quando non veramente strettamente necessari.
Antibiotici o non antibiotici, quando un adulto e a maggior ragione un bimbo si ammala, prima di tutto bisogna rispettare delle regole basilari: riposo e ancora riposo e attenzione alla dieta e poi le eventuali cure. Guarire non significa far scomparire prima di tutto i sintomi. E’ come quando si accende la spia sul cruscotto della macchina, invece di andare a vedere se manca l’olio nel motore, svitiamo la lampadina, così non vediamo più la luce e tutto sta a posto. Non funziona così.
La malattia è spesso il risultato di una grande stress o una grande stanchezza che disturba l’organismo nella sua omeostasi (omeostasi significa corretto equilibrio di tutte le funzioni biologiche) che così diventa preda di virus batteri o di altre cose; ma qui ci stiamo riferendo soprattutto alle comuni malattie infettive, virali e batteriche a cui andiamo incontro nel vivere la nostra vita.
Se si decide di curarsi con l’omeopatia bisogna metterci ancora più attenzione. L’omeopatia se ben condotta può essere anche più rapida dei rimedi convenzionali, ma bisogna rispettare delle regole nella gestione della malattia e i tempi di reazione dell’organismo per ottenere la guarigione. In ogni malattia è l’organismo che guarisce e noi possiamo e dobbiamo aiutarlo con farmaci e rimedi di vario tipo e di varia natura. Questo con l’omeopatia deve essere fatto con il massimo dell’accortezza.
Ora, dopo questa introduzione su come stanno le cose, vediamo le brutte abitudini.
Far scomparire la febbre con un farmaco convenzionale o con l’omeopatia non significa che si è guariti e quindi si può fare di tutto.
Prima brutta abitudine. Siccome non c’è più la febbre il bimbo può fare tutto quello che vuole e spesso finisce nel salone di casa, o nella sua cameretta in mezzo a montagne di giocattoli, che vengono usati in tutte le maniere come solo i bimbi sanno fare e alzano polvere e tutti i microrganismi che si trovano nel pavimento di una casa. Questa è la causa più frequente di superinfezioni (significa infezioni che si sovrappongono) che compaiono dopo un banale infezione virale delle prime vie respiratorie.
Soluzione. E’ bene che un bimbo o un adulto, prima durante e dopo che ha avuto una febbre per esempio da influenza stia a letto in un posto calmo e pulito e si riposi il più possibile, fino a che ha recuperato completamente e quattro, cinque, sette giorni ci vogliono sempre. Solo così si evita di dovere ricorrere agli antibiotici per sterilizzare le vie respiratorie ed evitare che ricominci la febbre.
Seconda brutta abitudine. Se uno si ammala tutti si preoccupano e tutto il parentato arriva a fare visita e ad accertarsi di persona che lo zio, il nipotino, etc. stia bene e che guarisca il prima possibile. In questa maniera iniziano le piccole epidemie familiari e in questo modo abbiamo visto che funzionano le pandemie.
Soluzione. In caso di una influenzata o di una febbre è bene che tutti stiano a casa loro e comunichino con WhatsApp o con Skype. Si evita così la diffusione dei virus responsabili e soprattutto le superinfezioni da germi resistenti, cosa assai probabile se si entra in contatto con persone specie anziane che stanno facendo terapie antibiotiche per malattie importanti.
Riassumendo: se siamo stati così bravi da ammalarci dobbiamo permettere al nostro organismo di recuperare agli errori dandogli il riposo e il tempo che ci vogliono, trascorrendo le nostre giornate di malattia a letto a dormire, leggere cose piacevoli o anche guardare la televisione, ma da dentro il letto e non scorrazzando per i corridoi di casa e dentro le sale-gioco che sono diventate ormai le camerette dei bimbi. Dobbiamo facilitare l’organismo a ritrovare l’equilibrio e la forza per ritornare alla vita di tutti i giorni, alla scuola, etc. I giorni della malattia non sono giorni come tutti gli altri, sono giorni speciali che dobbiamo rispettare e reimparare a dare ascolto alla natura che in quei giorni ci guarisce. La natura sa come fare e noi dobbiamo aiutarla e non disturbarla più di tanto.
In una prossima occasione parleremo della dieta che bisogna tenere quando si sta male. Farlo ora sarebbe stato troppo lungo e noioso.
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