La risposta immediata è: non è necessario.
Se la domanda però allude al pericolo di intossicazione da vitamina D, bisogna avere una serie di informazioni riguardo alle vitamine e alla vitamina D in particolare per capire meglio perchè non è sempre necessario.
Ripartendo dall’idea che con la vitamina D ci si possa intossicare dobbiamo dire che l’ipervitaminosi, in generale , è uno stato morboso che viene preso in considerazione solo da poco tempo, da quando cioè si è arrivati al punto che le persone ingeriscono grosse quantità di vitamine, molte volte spinti dalla pubblicità, con l’idea che assumendo molte vitamine si possa essere più vigorosi ed efficienti e che magari si possano alleviare o evitare del tutto molti inconvenienti legati all’età.
Molte persone attempate hanno il ricordo di carenze di vitamine, per esempio solo per citare le più conosciute, la pellagra in Pianura Padana, lo scorbuto, alcune anemie e per restare in tema il rachitismo.
Fino agli anni sessanta del secolo scorso non era difficile trovare, visitando i bambini, il famoso ‘rosario rachitico‘ o il ‘torace a campana‘, segni legati ad una calcificazione dell’osso non proprio ottimale.
Le vitamine si dividono in due grosse categorie: le idrosolubili e le liposolubili. Le prime sono solubili in acqua e quindi possono essere assunte ed eliminate con relativa facilità, le seconde sono solubili nei grassi e una volta assunte tendono ad accumularsi nell’organismo, specie nel tessuto adiposo.
La vitamina D appartiene alla seconda categoria ed ora forse vi inizia ad essere chiaro se vi chiediamo di associare il ricordo del perchè da bimbi ci facevano assumere il terribile olio di fegato di merluzzo.
La funzione della vitamina D nella fisiologia è molto importante: regola il metabolismo del calcio e del fosforo e interviene anche nella differenziazione di alcune cellule del sitema immunitario.
Il calcio e il fosforo sono molto importanti perchè la loro carenza porta al rachitismo nel bambino e all’osteomalacia nell’adulto. Del rachitismo abbiamo un’idea di cosa sia anche perchè la parola è legata a delle note espressioni popolari. L’osteomalacia possiamo definirla con una certa semplicità divulgativa come uno stato di scarsa consistenza delle ossa.
La maggior parte della vitamina D viene sintetizzata nella pelle a partire dal colesterolo, grazie all’azione dei raggi solari UV e questo è il motivo per cui quando ancora c’era il rachitismo si raccomandava l’olio di fegato di merluzzo e l’esposizione dei bimbi al sole specie d’estate.
Alle nostre latitudini vista la grade quantità di giornate con il sole l’organismo può farcela da solo a produrre vitamina D, anche solo esponendo il viso, parte delle braccia o le spalle.
Basta insomma una passeggiata all’aria aperta d’estate un po’ scoperti per accumulare vitamina D utilizzabile tutto l’anno. La vitamina D prodotta viene accumulata in varie parti dell’oganismo, nel tessuto adiposo, nel fegato, e altri organi con contenuto di grasso.
Il fabbisogno alimentare di vitamina D è compreso tra 8,5 e 10 μg/die (la lettera μ indica la milionesima parte di un grammo) quindi delle quantità veramente piccole.
Le fonti naturali più importanti di vitamina D sono il pesce, specie se grasso (salmone, gamberi, ostriche, tonno) , il famoso olio di fegato di meluzzo, il tuorlo d’uovo, alcuni funghi che è l’unica fonte vegetale di vitamina D. Il contenuto nel latte è in piccolissime quantità, infatti in molti paesi viene aggiunta vitamina D da chi lo lavora. Ma va ricordato che il latte è molto ricco di calcio e fosforo e altre vitamine molto importanti per la calcificazione ed è un cibo ‘inventato’ dalla natura proprio per nutrire organismi che hanno bisogno di crescere rapidamente.
E’ difficile intossicarsi con una assunzione naturale di vitamina D. I casi che si osservano sono quasi sempre dovuti ad importanti assunzioni farmacologiche di Vitamina D attraverso integratori alimentari o cibi incrementati. Sono necessarie dosi elevate (10.000 U.I. al giorno) assunte per lunghi periodi di tempo.
I sintomi da ipervitaminosi D sono molto generici e comprendono una diarrea che non recede, nausea, vomito. Ma questi sintomi sono molto comuni ad altre affezioni e per aver conferma bisogna fare delle analisi del sangue per confermare l’aumento del calcio e l’aumentata eliminazione di calcio con le urine. Alcune volte si rileva l’accumulo di calcio in tessuti molli e questo è spesso il reperto occasionale che spinge ad approfondire alcuni sintomi che persistono. Ma queste cose vanno valutate bene con il proprio medico.
E veniamo alla domanda vera e propria. E’ sempre necessario fare cure di Vitamina D? Non sempre, specie nelle persone relativamente giovani. La necessità va valutata con il proprio medico e riguarda più spesso o i momenti intorno alla nascita e ai primi anni di vita o le persone anziane. “Non esiste evidenza alcuna che un deficit di vitamina D sia correlabile alla perdita di sostanza ossea conosciuta come osteoporosi e tipica dell’età senile” (1) .
Bisogna dire che oggi è cambiato lo stile di vita delle persone e la sedenterietà e la mancanza, spesso assoluta di attività fisica, porta, specie nelle persone in età avanzata a delle situazioni intono alla salute dell’osso di cui è necessario preoccuparsi. Nei tempi passati, fino a 50-60 anni fa era la carenza alimentare che facilitava la comparsa di problematiche come il rachitismo o l’osteomalacia. La vita all’aria aperta, il grande lavoro nei campi, favorivano la salute delle ossa e la produzione naturale di vitamina D. Bisogna ricordare che il movimento e l’attività fisica sono tra i più grandi stimolatori di apposizione di calcio nelle ossa.
Oggi basterebbe, in condizioni di alimentazione normale e variata, aggiungere un po’ di attività fisica tipo passeggiate di qualche chilometro al giorno e l’esposizione estiva al sole per potersi anche dimenticare dell’esistenza della vitamina D.
Quindi ogni caso va valutato di per sè, specie se si tratta di donne in menopausa e con costituzioni particolari. Prendere ogni tanto un po’ di vitamina D non ha fatto mai male a nessuno, salvo l’esagerazione importante, ma bisognerebbe essere onesti con sè stessi ed aggiungere tutte quelle cure igienico-comportamentali che una volta eravamo costretti a fare e che ora tendiamo a rifiutare.
(1) “Le basi molecolari della nutrizione” – Giuseppe Arienti. Pag. 774-775.
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